Igiene intima

Quello che le donne non dicono
(e non sanno)

Una discreta dose di imbarazzo e tanta disinformazione: l’intimate care è un terreno in parte ancora inesplorato. Ecco qualche informazione per abbattere i tabù ed evitare le fake news

Se ne parla, ma non abbastanza. E troppo spesso a sproposito. La sfera intima femminile è un argomento che genera interesse, ma che crea ancora confusione e approssimazione. Lo dimostra con evidenza una ricerca Edelman Intelligence condotta su mille donne italiane tra i 18 e i 60 anni a proposito di detersione intima e abitudini quotidiane. Dal questionario a risposta multipla sottoposto on line nel febbraio scorso (le percentuali rispecchiano più scelte per ogni domanda, dunque si ottiene un valore superiore al 100%) è emerso da una parte che il 66% delle intervistate dichiara di sentirsi pronta a parlare della propria intimità. Tuttavia, una donna su due ritiene che in Italia i genitali femminili siano un argomento tabù. Sono ancora molti gli ostacoli culturali e le false convinzioni in materia, e molto c’è da fare in termini di educazione e consapevolezza. A cominciare dai nomi. “L’igiene intima riguarda la vulva, quindi gli organi esterni, e non la vagina, cioè il tratto interno” precisa la professoressa Alessandra Graziottin, Direttore del Centro di ginecologia ospedale San Raffaele Resnati di Milano. “Si tratta di due parti differenti per composizione, funzione e pH. Il ruolo della regione vulvare? Fa da tampone, mantiene l’idratazione, protegge dall’attacco di funghi e batteri, mantiene il “profumo di donna”, e contrasta l’invecchiamento genitale e cutaneo”. Eppure, quante volte usiamo il termine vagina a sproposito, invece di quello corretto?

Questione di feeling

94%

delle intervistate: l’intimate care è importante al pari di doccia e bagno e dell’igiene orale

Per non parlare del modo in cui ci prendiamo cura della nostra sfera intima. La ricerca Edelman Intelligence mette in luce quanto le donne ritengano essenziale curare il proprio corpo, includendo l’igiene intima tra le routine quotidiane. In particolare, per il 94% delle intervistate l’intimate care è importante al pari di doccia e bagno e dell’igiene orale.

68%

delle donne presta attenzione all’uso di prodotti specifici in periodi chiave come gravidanza, il ciclo o la maternità

Tuttavia, sottolinea Graziottin, “non basta fare igiene, il punto è come farla!”. E a giudicare dal forte aumento delle patologie della regione vulvare, sembra essere determinante fare dei distinguo. Secondo il sondaggio l’88% delle donne usa prodotti generici per la detersione intima: dal bagnoschiuma (54%), alla semplice acqua (53%), fino alla saponetta.

50%

delle donne ritiene che in Italia i genitali femminili siano un argomento tabù

Mentre in momenti chiave della propria esistenza, come i periodi sessualmente attivi, la gravidanza, il ciclo, o la maternità, il 68% presta attenzione all’uso di prodotti specifici.


Illustrazioni: Cristiano Di Giovanni

Dal dottor Google al ginecologo e
farmacista

34%

cerca su internet e media

Le fonti d’informazione? Il 73% s’informa da parenti e amici, il 68% chiede a professionisti sanitari, e il 34% cerca su internet e media. L’ultimo dato mostra come sia consistente la fetta di chi si rivolge al dottor Google, cercando le risposte ai propri dubbi sul web o sui social, incappando molto spesso in errori, informazioni sommarie e parziali, e fake news. C’è di buono, invece, che la figura del medico o del professionista siano ancora nettamente centrali. A dimostrazione di ciò viene in soccorso un’indagine IQVIA che mostra come il ruolo educazionale di ginecologo e farmacista sia centrale nell’indirizzare verso la scelta del prodotto giusto, non solo in caso di patologia. Prevenzione è la parola chiave e a questo proposito emerge come 9 ginecologi su 10 sostengano l’importanza di dare consigli sull’igiene intima, e il 93% si senta coinvolto nel fare informazione in merito. Anche l’82% dei farmacisti intervistati dichiara l’importanza di fare educazione e informazione e 7 su 10 si sente particolarmente coinvolto nel consigliare i prodotti giusti per l’igiene intima.

68%

delle donne si informa tramite professionisti sanitari

Insomma, la salute genitale “è il pilastro portante di tutte e tre le dimensioni della sessualità femminile: identità, funzione, e relazione di coppia. Una corretta igiene intima è un prerequisito di longevità in salute, anche genitale, così come l’igiene dentaria lo è per la bocca” afferma. Quando si parla di intimate care, infatti, non s’intende solo qualcosa di superficiale e facoltativo bensì una dimensione che investe la sfera globale del benessere e della salute femminile.

Fake news, ecco i miti da sfatare

“La regione vulvare è troppo spesso bersagliata da abitudini quotidiane che la rendono particolarmente vulnerabile” dichiara il dott. Filippo Murina, responsabile Servizio di patologia del tratto genitale inferiore presso ospedale Buzzi – Università degli Studi di Milano. “L’uso costante di salvaslip, tamponi, perizomi, detergenti, lubrificanti ecc. mette a repentaglio il film idrolipidico di superficie, che è poi la nostra barriera naturale – continua Murina -. Il pH della regione vulvare, compreso tra 3.8 e 4.2, deve essere invece preservato e non aggredito, perché è la protezione delle donne”.

Ecco allora i più diffusi e pericolosi luoghi comuni da sfatare

La depilazione totale è più igienica

Se tra le ragazze più giovani è in crescita il ricorso alla depilazione estesa anche al pube, un recente e accurato studio della Boston University mette in guardia contro questa abitudine che espone al rischio di micro-abrasioni e lesioni in una zona particolarmente sensibile. I dati della ricerca hanno infatti evidenziato come chi depila anche il monte di Venere ha un rischio del 74% in più di andare incontro a vulvodinie (infiammazione e dolore cronico della regione vulvare) rispetto a chi rimuove i peli solo nella zona bikini.

Indossare jeans skinny non crea problemi all’area genitale

I pantaloni troppo stretti, detti anche seconda pelle, donano molto a chi se lo può permettere, ma non rappresentano un’abitudine salutare. Lo studio della Boston University, infatti, si è concentrato anche su questa diffusissima abitudine tra le teenager e non solo, evidenziando come chi porta pantaloni super stretch più di 4 volte a settimana abbia un rischio doppio di sviluppare vulvodinie rispetto a chi li indossa raramente. I jeans skinny, infatti, possono creare un microambiente favorevole per lo sviluppo di infiammazioni e infezioni batteriche.

Lavarsi spesso pulisce bene la pelle

“Lavarsi troppo o troppo poco può danneggiare il microbiota e la salute vulvare – commenta Graziottin -. È più importante domandarsi come, quando, con che cosa e perché”. Gli fa eco il dott. Murina: “usare solo acqua o acqua e bicarbonato modifica il pH, alcalinizzandolo. Il detergente ideale? Deve detergere, preservare il film idrolipidico e supportare il trattamento in caso di necessità patologiche”.

I detergenti schiumogeni e profumati sono i migliori

I detergenti schiumogeni e profumati sono i migliori? Niente di più falso! “Bisogna invece sapere che tanto più il detergente fa schiuma, tanto più sono presenti tensioattivi – conclude Murina -. Inoltre i profumi non servono, sono piuttosto fonti di allergenizzazione”.

Lavarsi tanto previene le malattie sessualmente trasmissibili

L’eccesso di igiene porta semmai al risultato opposto. “Le abrasioni cutanee aumentano la probabilità di entrata dei germi” commenta la professoressa Graziottin.

Illustrazioni: Cristiano Di Giovanni