L’INVESTIMENTO PRIVATO,
IL NUOVO ALLEATO DELL’ECONOMIA CIRCOLARE

Dalla firma dell’Accordo di Parigi del dicembre 2015, il rispetto dell’ambiente è diventato un tema di primaria importanza per numerosi attori privati e pubblici.

Nonostante i risultati non siano ancora visibili a tutti i livelli né uniformi da un Paese all’altro, non manca certo la consapevolezza: se non si fa nulla per salvaguardare il pianeta, il rischio di catastrofe sarà inevitabile. Il che spiega la crescente volontà di rimettere in causa l’attuale modello economico lineare (estrarre, fabbricare, consumare, smaltire) e sostituirlo con un altro, più virtuoso, che preveda un minore sfruttamento delle risorse naturali: l’economia circolare.

Questo concetto si basa sulla volontà di produrre beni e servizi in maniera sostenibile, limitando il consumo, gli sprechi di risorse e la produzione di rifiuti. Il tutto in un contesto di fortissima crescita demografica e di concentrazione delle popolazioni in aree urbane, propizio alla produzione di rifiuti di ogni tipo. In Francia, l’idea di economia circolare è stata ufficialmente riconosciuta con la legge del 18 agosto 2015 relativa alla transizione energetica, volta a promuovere una crescita green e, costituisce, da allora, un obiettivo nazionale.

In questo contesto, numerose aziende, di diverse dimensioni, hanno affrontato di petto la questione, con l’obiettivo di rispettare di più l’ambiente utilizzando meno risorse, dando una seconda vita ai loro prodotti, e sviluppando pratiche di condivisione (car sharing, condivisione di dati, leasing).

Gli investitori istituzionali, di concerto con realtà locali e politiche, hanno deciso di interessarsi a queste problematiche. Si instaura in questo modo un circolo virtuoso tra le aziende attente a questa nuova svolta ambientale e sociale, gli investitori, in grado di fornire ossigeno agli attori più attivi in questo ambito, e i clienti finali, sempre più preoccupati di investire in progetti eco-responsabili. È l’occasione per i gestori di fondi di partecipare attivamente alla transizione energetica mettendo alla prova le aziende sui loro progetti concreti al riguardo.

D’altronde, è proprio allo scopo di sostenere le società più virtuose nel consumo delle risorse e di rispondere a un’importante domanda dei propri clienti che BNP Paribas Asset Management ha deciso di lanciare un prodotto innovativo: un ETF1 basato su un indice di economia circolare. Prosegue, così, il cammino intrapreso 10 anni fa con la creazione del primo ETF basato su un indice Low Carbon che prende in considerazione le aziende attive nella lotta contro il riscaldamento climatico. Il nuovo ETF, dedicato all’economia circolare, conta 50 società di diversi settori e include soltanto grandi aziende quotate e fortemente esposte e impegnate nella tematica dell’economia circolare.

Si noti, ad esempio, che il 60% dei rifiuti industriali derivano dal settore edile, ma alcuni grandi gruppi si dimostrano particolarmente creativi riutilizzando parte dei materiali dopo la demolizione o dando ad altri una seconda vita. Ad esempio, per quanto riguarda la plastica, invece, L’Oréal ha pubblicato degli obiettivi precisi in termini di riduzione del consumo di risorse naturali (L’Oréal fa parte dell’indice sottostante all’ETF BNP Paribas Easy), come quello di utilizzare entro il 2025 unicamente plastiche riutilizzabili, di ottimizzare i propri imballaggi e di migliorare il proprio profilo ambientale. Nel settore dell’automotive sono state avviate molteplici iniziative volte allo sviluppo di soluzioni di condivisione. Il boom delle piattaforme di car sharing o di leasing ne è la prova. Ecco perché gruppi come BMW e Honda fanno parte dell’indice replicato da BNP Paribas Asset Management.

Alla luce di questi esempi, risulta evidente l’importanza di investire nell’economia circolare. Tanto più che questa soluzione permette di inserirsi in un’ottica di protezione del pianeta a lungo termine, aprendo al contempo la prospettiva alla ricerca di rendimenti interessanti. Ciò poiché l’indice selezionato per questo ETF predilige soltanto i migliori attori della categoria (best in class) in grado di conseguire risultati in costante crescita sul lungo periodo.

Naturalmente siamo ancora lontani da un’economia circolare ideale. Solo favorendo la collaborazione tra tutte le parti interessate riusciremo davvero a cambiare le cose. Il gioco vale la candela, visti i recenti dati allarmanti sul riscaldamento climatico. E se investimento responsabile può far rima con performance, sarebbe un peccato non partecipare attivamente a questa rivoluzione in divenire!

1 ETF: Exchange Traded Fund
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