La rete di quinta generazione rivoluzionerà il campo della sanità. Ma il futuro è già qui, come dimostrano 5 innovazioni destinate a cambiarci la vita
Operazioni chirurgiche wireless. Robot in corsia. Terapie computerizzate. Dispositivi smart che monitorano la salute e comunicano in tempo reale con i medici. Non è fantascienza, ma la nuova frontiera della sanità. O meglio la sanità ai tempi del 5G. Grazie alle connessioni sempre più veloci e stabili, e ai dispositivi in grado di raccogliere dati e comunicarli, infatti, si sta assistendo a una vera e propria rivoluzione impensabile fino a qualche anno fa. “Se il 4G ci ha cambiato la vita, il 5G la migliorerà”, ha affermato Ryan Ding, Huawei Executive Director of the Board e Presidente Carrier Business Group. Grazie alla quarta generazione delle reti mobili che ha dominato gli ultimi vent’anni, si è diffuso l’internet delle cose (o internet of things) applicato più che altro alla domotica. Ma con il passaggio alle reti di quinta generazione, si stima che oltre 50 miliardi di prodotti saranno connessi in tempo reale in un network già soprannominato Internet of many things. E lo scambio di dati e informazioni sarà più stabile, veloce e sicuro, coinvolgendo tutto ciò che ci circonda. Una rivoluzione che secondo gli esperti avrà il suo punto di svolta nel 2020 e cambierà il modo di lavorare, vivere e curarsi di tutto il mondo. Ma se il cambiamento è dietro l’angolo, i primi segnali dal futuro sono già in atto nel presente, come dimostrano le ultime grandi innovazioni mediche cui stiamo assistendo nel mondo e anche nel nostro Paese.
Al Mobile World Congress di Barcellona il dottor Antonio de Lacy, luminare di gastroenterologia della Hospital Clinic Barcelona ha guidato a distanza un’operazione su un paziente in carne e ossa. Fonte: Flickr / Hospital CLÍNIC
Ecco cinque smart innovation in campo sanitario che ci stanno cambiando la vita.
1 Chirurgia a distanza
É avvenuto in Cina qualche mese fa e ha già fatto gridare al miracolo. Un uomo affetto da morbo di Parkinson è stato operato alla testa mediante un robot telecomandato da un chirurgo distante migliaia di chilometri dal paziente. L’intervento è stato il primo in remoto effettuato su un essere umano ed è stato possibile proprio grazie a una tecnologia supportata dalle reti 5G. Un passo che l’equipe del dott. Ling Zhipei, direttore del First Medical Center del PLAGH di Pechino e del dipartimento di Neurochirurgia del PLAGH Hainan Hospital, ha compiuto mediante una rete velocissima, senza ritardi, e in grado di trasmettere immagini ultra-HD. Le applicazioni di una simile tecnologia? Renderanno possibile essere operati nell’ospedale più vicino a casa, senza doversi spostare.
2 Dispositivi indossabili
Controllano i parametri vitali e li trasmettono al medico senza bisogno di prenotare una visita. I nuovi dispositivi wearable (indossabili) sono una piccola grande rivoluzione nel rapporto medico – paziente che annulla le distanze e ottimizza i tempi. Pulsazioni, pressione arteriosa, glucosio nel sangue, temperatura, peso, ecc. I dati che consentono di monitorare l’andamento di una determinata patologia, dal diabete alle cardiopatie, possono essere caricati facilmente su cartelle cliniche condivise consentendo di ottimizzare i tempi e gli interventi. Tutto ciò è già una realtà grazie ai nuovi misuratori di pressione, termometri e glucometri wireless, ma anche occhiali, cerotti o articoli di abbigliamento, come t-shirt, bracciali e fasce dotati di sensori. Ogni device è abbinato ad app per smartphone e tablet che raccolgono i dati e li condividono in tempo reale con lo studio medico. In questo modo il medico può monitorare costantemente il paziente e seguire l’andamento della patologia intervenendo in maniera tempestiva.
3 Robot in corsia
Sono robot umanoidi in grado di spiegare ai pazienti come si effettua una visita, ad aiutarli in caso di necessità e addirittura a leggerne le emozioni. In Italia hanno fatto la loro comparsa i primi prototipi di intelligenza artificiale tra le corsie di case di cura e reparti pediatrici e promettono di diventare assistenti provetti. É successo ad esempio alla Casa Sollievo della Sofferenza a San Giovanni Rotondo, dove due robottini sono stati impiegati per alcuni mesi girando tra i letti durante i turni notturni per avvertire i medici in caso di situazioni anomale e bisogno. Anche alla Fondazione Ospedale Salesi di Ancona è arrivato un umanoide. Il robot-infermiere è stato impiegato per la prima volta nell’ambulatorio di spirometria spiegando ai piccoli pazienti in attesa come prepararsi alla visita spirometrica. Come? Mostrando come respirare, trattenere il fiato e muovere le braccia. Ma c’è di più. Grazie a un sofisticato algoritmo, l’intelligenza artificiale del robot è in grado persino di leggere le emozioni e intercettare stati di bisogno o rispondere con frasi adatte a tranquillizzare il bambino. L’empatia è proprio ciò a cui si punta ad arrivare in un prossimo futuro.
Le applicazioni della tecnologia 5G renderanno possibile essere operati nell’ospedale più vicino a casa, senza doversi spostare.
4 Brain Control
Aiutare persone paralizzate a controllare gli oggetti con il pensiero. Non è uno scenario fantascientifico, ma la tecnologia sviluppata dalla startup italiana Liquidweb che ha creato l’interfaccia computer-cervello Brain Control. Si tratta di un caschetto in grado di leggere le attività elettriche generate dai neuroni e comunicarle in wireless a un tablet, che invia l’ordine allo strumento collegato: dall’interruttore della luce alla sedia a rotelle, fino al sintetizzatore vocale. Grazie a questo software all’avanguardia il paziente costretto all’immobilità in seguito a malattie degenerative come Sla o sclerosi multipla, ischemia, o gravi lesioni di altra natura, può comunicare e svolgere piccole azioni quotidiane raggiungendo un grado di autonomia fino a prima impensabile. L’applicazione futura a cui si mira è il collegamento all’intelligenza artificiale arrivando a controllare un robot in grado di svolgere le azioni richieste, con la sola forza del pensiero.
5 Psicoterapia computerizzata
Più accessibile ed economica, la psicoterapia cognitivo-comportamentale computerizzata si sta dimostrando una valida alternativa alla classica terapia cognitivo comportamentale, efficace nel trattamento della depressione. Tra i primi a testarne le potenzialità sono stati i ricercatori neozelandesi dell’Università di Auckland. Qui è stato testato un videogame interattivo nel quale il paziente-giocatore deve superare sette livelli nei panni di un avatar che lotta contro i pensieri oscuri, negativi ed automatici che lo tormentano. Ad ogni livello il giocatore acquisisce nuove tecniche in grado di superare e neutralizzare i pensieri nemici: dal controllo della respirazione alla reazione ad emozioni negative, passando per il problem solving e l’abilità di negoziazione, fino alla capacità di chiedere aiuto. Lo scopo di questa innovazione è di rendere accessibili le terapie in quei soggetti più vulnerabili emotivamente, che mal sopportano o vivono con troppo stress il confronto diretto nelle sedute tradizionali e face-to-face di terapia cognitivo-comportamentale. Videogiochi a parte, anche in Italia si stanno sperimentando con successo le prime sedute terapeutiche computerizzate. É il caso del Dipartimento di salute mentale dell’Asl di Torino, dove ai soggetti in cura per depressione sono stati forniti codici di accesso per connettersi via internet una volta a casa. Dopo aver scelto l’orario preferito, i pazienti hanno iniziato un percorso terapeutico di 8-10 settimane contando sul supporto psicologico degli operatori Asl via email o videoconferenza. Dopo la sperimentazione avvenuta con risultati soddisfacenti, il sistema è stato esteso ad altri ambulatori in differenti regioni.
La rivoluzione 5G è solo all’inizio, ma promette applicazioni senza frontiere che amplificheranno i benefici delle innovazioni già in atto, accorciando le distanze e diminuendo i disagi per i pazienti.