Il mare ha bisogno di te

Ogni giorno sulle nostre coste si accumula la plastica che è dispersa in mare. Anche quest’anno il brand di alta cosmesi La Mer ha promosso un’azione concreta per richiamare l’attenzione sul tema: un gruppo di dipendenti è stato protagonista di una giornata di pulizia nell’area della Foce del Bisagno, insieme ai volontari di Legambiente.

È stato un anno difficile il 2018, per l’equilibrio dell’ecosistema marino. Temperatura più alta di sempre delle acque oceaniche, accumulo nei nostri mari di inquinanti e rifiuti, costituiti per l’80 per cento da plastiche. Sul tema, i numeri parlano chiaro: secondo alcune stime, negli oceani ci sono cinquemila miliardi di pezzi di plastica, abbastanza per circondare 400 volte la Terra. Ed entro il 2050, la plastica avrà un peso maggiore di tutte le specie che hanno vita nell’acqua.
«Il tempo stringe», ha affermato accorata Joyce Msuya, direttrice esecutiva dell’Unep, il Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente, in occasione del forum che si è tenuto nel marzo scorso a Nairobi, in Kenya. In una lettera agli Stati membri ha chiesto “coraggio e risolutezza” nell’affrontare le sfide ambientali. «In gioco – ha concluso – ci sono la vita e la società, come la maggior parte di noi le conoscono e ne godono oggi». Qualcosa, però, si sta mettendo in moto per stabilire nuovi standard di sostenibilità. Da Bruxelles è appena arrivato l’ultimo via libera formale da parte del Consiglio Ue alla direttiva che vieta dal 2021 in tutta Europa le plastiche monouso. Addio dunque per sempre a oggetti come piatti, posate e cannucce, ma anche bastoncini cotonati, contenitori per alimenti e bevande in polistirolo espanso.


In gioco ci sono la vita e la società,
come la maggior parte di noi
le conoscono e ne godono oggi

Le misure entreranno in vigore gradualmente, ma si tratta di un passo importante per ridurre l’inquinamento nei nostri mari, partendo dai tipi di rifiuti più diffusi sulle spiagge del nostro continente. E sui litorali italiani, in particolare, qual è la situazione? L’ultima fotografia che arriva dalla recente indagine “Beach Litter 2019” di Legambiente, che ha monitorato 93 spiagge per un totale di circa 400mila metri quadrati, è piuttosto impietosa: per ogni passo che facciamo sui nostri arenili incrociamo più di cinque rifiuti, dai tappi delle bottiglie alle stoviglie monouso.

Quasi un migliaio ogni 100 metri lineari. E non mancano gli sversamenti in piena spiaggia di scarti di costruzione abbandonati, da mattonelle a calcinacci. Ad ogni buon conto, una mole immensa di immondizia è generata anche dai piccoli consumatori. Per questo è sempre più importante sensibilizzare le comunità sui danni provocati dal degrado ambientale, responsabile anche della perdita di biodiversità. È così che, ancora una volta, Legambiente scende in campo adottando una ricetta concreta per “salvare il mare” con la campagna “Spiagge e Fondali Puliti – Clean-up the Med”, in cui volontari di tutte le età ripuliscono gli arenili dai rifiuti spiaggiati. Il 3 giugno, l’associazione si è attivata con interventi per la riqualificazione della foce del Bisagno, fra i maggiori corsi d’acqua di Genova con i suoi circa 25 km, e che dà il nome alla omonima valle nell’area del capoluogo ligure. Sul posto, a condividere il progetto di recupero dell’area, i dipendenti di Estée Lauder della sede di Milano, che ha promosso l’iniziativa, impegnati tutti insieme in un’azione concreta di pulizia con l’obiettivo di avere spiagge più pulite e vivibili. Una giornata all’insegna della solidarietà e della cura dell’ambiente, che riflette l’impegno che ogni anno in tutto il mondo i membri dei team di Estée Lauder mettono in campo, con l’idea di proteggere la connessione vivente che tutti abbiamo con i nostri mari.

Foce del Bisagno

I volontari si sono distribuiti sulla spiaggia, in cui è vietata la balneazione proprio perché prossima all’area inquinata, pronti a sfidarsi a colpi di maggior numero di scarti recuperati, concentrandosi specialmente sui piccoli pezzi che più facilmente vengono scambiati per cibo e ingeriti dai pesci. Nel pomeriggio sono stati pesati i rifiuti ritrovati, circa 120 kg di piccole parti, e si è determinato il “Gruppo riciclone” del 2019, quello che cioè ha raccolto la maggiore quantità di rifiuti. “Record di presenze” in spiaggia per bottiglie di vetro e plastica, lattine, vaschette e tetrapack, ma anche indumenti, reti e tantissimo polistirolo utilizzato dai pescatori per le vasche.

È stato anche assegnato un riconoscimento per “Il peggior ritrovamento” conferito dalla Giuria di Esperti (composta da un rappresentante di Legambiente Nazionale, Estée Lauder e del Circolo di Legambiente Genova), al volontario che ha individuato il rifiuto più insolito. Infine, i partecipanti si sono riuniti per registrare un breve video nel quale hanno realizzato la “Hola ai rifiuti”, per simboleggiare il saluto allo sporco che è stato eliminato grazie al loro lavoro. Con i rifiuti raccolti è stata inoltre realizzata un’installazione. Per ricordare che non bisogna andare lontano per vedere l’inquinamento e che dobbiamo agire subito. Perché anche piccoli atti di partecipazione possono avere un impatto enorme.

Unisciti a noi nella salvaguardia degli oceani.
#LaMerBlueHeart