Tutti i buchi dell’Arte

In mostra a Milano arrivano le 99 opere del concorso internazionale lanciato dal Consorzio Emmentaler per la valorizzazione dei valori fondativi del brand: l’arte del “fatto a mano” e l’interpretazione della “svizzeritudine

Cos’hanno in comune l’arte e il formaggio svizzero con i buchi? Un sacco di cose, o meglio 99. Tante quante le opere che dal 12 al 17 novembre saranno in mostra all’Overstudio di Milano, Via dell’Aprica 12, per il progetto Swiss Original – Handmade Creative Project.
Nato un anno fa da un’idea di Stefano Aronica – international chief marketing & brand officer di Emmentaler Switzerland – e immediatamente abbracciato e sviluppato da Giovanna Frova – country manager di Switzerland Cheese Marketing Italia – in collaborazione con CXINE, a cui viene affidata la curate strategica e tecnica dell’intero progetto.  Swiss Original – Handmade Creative Project è un concorso internazionale di creatività per artisti e autori lanciato un anno fa per collezionare l’interpretazione disruptive di 2 concetti chiave del Consorzio Emmentaler AOP: la svizzeritudine (Swiss Original) e il fatto a mano (Handmade). Due valori che hanno acceso lo sguardo dei partecipanti attraverso una gamma molto variegata di opere, con approcci decisamente  concettuali, alcuni, che lavorano sul cerchio e sul vuoto, fino ad altri, decisamente più fisici, che si tuffano nella corpo vivo della materia.

ARTWORK

CREATIVE HANDS | Raffaele Melchionda
HOLE | Edoardo Maestrelli
THE SWISS PENCIL | Studio Giulio Iacchetti
LA’ DOVE FRESCO SOFFIA IL VENTO DELLA BONTA’ | Claudio Onorato
SWISS DREAM | Ermalhoti
NORDWAND – A 30s EPIC ADVENTURE | Libri Finti Clandestini

Nato un anno fa da un’idea di Stefano Aronica – international chief marketing & brand officer di Emmentaler Switzerland – e immediatamente abbracciato e sviluppato da Giovanna Frova – country manager di Switzerland Cheese Marketing Italia – in collaborazione con CXINE, a cui viene affidata la curate strategica e tecnica dell’intero progetto. Swiss Original – Handmade Creative Project è un concorso internazionale di creatività per artisti e autori lanciato un anno fa per collezionare l’interpretazione disruptive di 2 concetti chiave del Consorzio Emmentaler AOP: la svizzeritudine (Swiss Original) e il fatto a mano (Handmade). Due valori che hanno acceso lo sguardo dei partecipanti attraverso una gamma molto variegata di opere, con approcci decisamente concettuali, alcuni, che lavorano sul cerchio e sul vuoto, fino ad altri, decisamente più fisici, che si tuffano nella corpo vivo della materia.

Ci sono rintocchi che risalgono le montagne, sfiorano la neve, scricchiolano nel ghiaccio, vibrano nelle piccole turbolenze di lago e sfilano tra i pugni d’erba lasciando la terra impregnata di rugiada: si dissetano così gli alberi, le vallate, gli orsi. E si rinfrescano così anche le fiabe. È l’ora dove la valle si sveglia, puntando gli occhi sul Cervino, quando l’eco porta ancora i tonfi del gigante.

ECHOES | Piergiorgio caserini

Creatività fisica e digitale

“La mostra – spiega Massimo Bruto Randone, il curatore – mette in scena gli esiti di un concorso internazionale rivolto ad artisti e autori che si sono misurati all’interno di 4 formati specifici: Artwork, Video, Photo, Short Message Story. Per Artwork intendiamo opere fisiche (come pittura, scultura, collage, origami, 3D printing… knitting); per Video racconti di qualunque natura e tecnica con una durata compresa fra 45 e 180 secondi; per Photo storie fotografiche realizzate con sequenze/composizioni comprese fra 1 e 9 scatti; per Short Message Story – una categoria non-visiva ma altamente visionaria – intendiamo micro racconti testuali, da smartphone, di massimo 420 caratteri spazi inclusi, fra le cui righe (pochissime, come lamentavano alcuni scrittori mentre si cimentavano) sono state descritte allusioni mitologiche, frammenti del quotidiano, drammi pop, storie d’amore in stazione, analisi chimiche avvolte nel ricordo etimologico… tutte chiavi di lettura del nostro contemporaneo, svolte con sottile ironia e ricerca poetica.” I temi? “Gli autori credo dovessero chiudere gli occhi e cercare un’eco interpretativa dentro di sé agglutinata attorno a due valori chiave della tradizione casearia del Consorzio Emmentaler AOP, promotore dell’intero progetto: Swissness e Handmade”.

Like a Swiss | propp (Pierluigi Anselmi with Giovanni Cola and Mariacristina Tota)

Il bando è stato pubblicato sulla piattaforma Desall.com su cui gli artisti si potevano iscrivere da ogni angolo, anche più remoto del mondo e caricare i propri lavori. L’adesione? “Ha superato del doppio ogni nostra più rosea aspettativa – continua il curatore – e sono arrivati 455 lavori da 55 Paesi; fra loro ci sono sia molti giovani emergenti che alcuni nomi rilevanti che con ironia e coraggio hanno deciso di giocare al gioco dell’interpretazione poetica collettiva. Una giuria internazionale meravigliosamente  super partes ha infine decretato i 19 vincitori (fra menzioni speciali, di qualità e awards) che trovate esposti in mostra, insieme ad altre 80 opere da noi selezionate fra le più interessanti o disruptive.” Le fasce di età degli artisti? “Tutte! Da due giovanissimi 18enni a uno splendido (e importante) 84enne; e, tra l’altro, molto ben distribuiti nelle varie decadi, ad esempio nella sezione Short Message Story l’opera più votata dalla Community della piattaforma Desall è di un autore generosamente over 50. Anche tra i sessi il bilanciamento è altissimo: 48 % donne e 52% uomini, che si fà addirittura totale tra i sei Primi Premi: 3 donne e 3 uomini.

Prima cercavi di infilarci la punta delle dita.
Poi a scuola ti spiegarono che si trattava di occhiature. Sacche di anidride carbonica prodotte dal metabolismo di batteri presenti anche nel sudore.
Qualcosa di vitale, insomma. Come la fatica.
La forma del respiro invece della distruzione. Fare spazio senza aprire solo un vuoto.
Forse per questo nel chiamarla Svizzera usarono swedan.
Bruciare, sì.
Ma per ricostruire.

THE SHAPE OF BREATHING | Davide Giordano

I numeri primi

Ma chi sono i vincitori delle varie sezioni? “Nella categoria Arwork, i primi premi assegnati spaziano da Hole di Edoardo Maestrelli, che ha impresso il calco dei buchi su una tela usando proprio il formaggio come matrice del timbro; passando per PAESAGGI da PASSEGGIO di Denise Bonapace, che ha creato due anelli tessili forgiati sulle linee di alcuni rilievi montani svizzeri; fino a Zwinkern di Francine LeClercq, franco-newyorkese, che ha disegnato dei buchi abitabili trattati come pizzi delicatamente rifiniti attorno a piccole finestrelle sulla topografia dei buchi di una possibile fetta di Emmentaler.

Nella sezione Photo ha vinto il primo premio Greta Gandini con The Swiss Accuracy and The Hidden Meaning of Holes che ha giocato sulla asimmetria fisiologica, ricomposta da un gesto artistico, due fori di Emmentaler su fondo rosso. Come miglior Video è stato premiato Like a Swiss dei milanesi di propp che ironizza sui proverbiali luoghi comuni svizzeri quali puntualità, precisione, neutralità, con un trattamento a cavallo fra lowtech e vintage motion. Infine, il primo premio per la Short Message Story è stato assegnato a Echos di Piergiorgio Caserini che attraverso 401 caratteri (spazi inclusi) descrive un territorio reale e immaginifico, evocando echi, fiabe e atmosfere del gigantesco Cervino.

Le foto selezionate

THE SWISS ACCURACY AND THE HIDDEN MEANING OF HOLES | Greta Gandini
PAESAGGI DA PASSEGGIO | Denise Bonapace
ZWINKERN (Wink) | Francine LeClercq

Matite e montagne

C’è stata molta voglia di esprimersi e di mettersi alla prova con sfide creative, siano esse manuali, digitali o di nuova commistione. Il successo di questa edizione del concorso lo dimostra, così come il blasone di patrocini del calibro dell’Accademia di Belle Arti di Brera e dell’Associazione Internazionale di arte e design Cumulus. Un percorso ed un gioco che tutti possono toccare con mano visitando la mostra. Come? “L’allestimento è fatto da isole tondeggianti in sequenza; coppie di cerchi rossi e bianchi in cerca di una loro im-possibile coerenza di formato: da quelle con le opere in carta, spesso a intaglio, che ripercorrono un’antica tradizione svizzera settecentesca, alle forme di pittura ad acrilico olio o miste; scandagliando la tipologia delle illustrazioni minuziose e laterali; fino ai materiali più tattili come il legno, la seta e il truciolo di matita. Oltre naturalmente alle isole dedicate alla fotografia sia digitale che a Polaroid, e al video, nei diversi formati compositivi che gli autori hanno messo in campo. Ci sono anche 4 isole site specific – prosegue Massimo Bruto Randone – in cui altrettanti artisti attuano dei lavori live di pittura, intaglio, tessitura e performance”.

Willhelm Tell | Federico Ghillino

Fatevi ispirare

Cos’è allora il fatto a mano? “Penso che la meravigliosa pervasività della decade del digitale portatile abbia, da un lato, generato uno spirito di compensazione tattile in molte manifestazioni del desiderio umano, e dall’altro spalancato una frontiera ibrida stupefacente, che si respira, ad esempio, ogni volta che varchiamo la soglia di un fab-lab o di un maker design studio, tra frese, CAD e tecno-falegnami. Per ciò che riguarda la Swissness potrei citare una serie di parole chiave, a cavallo tra luogo comune Kitsch e arte interpretativa, ma – conclude Randone – preferisco invitarvi alla mostra e percorre insieme o da soli un piccolo vasto viaggio nel gioco inesatto dello stupore d’autore.”