Non si tratta, però, dell’unica iniziativa green cui la multinazionale dell’energia elettrica ha scelto di aderire. Enel, infatti, è anche una delle 110 imprese che, lo scorso maggio, hanno sottoscritto il Manifesto “Uscire dalla pandemia con un nuovo Green Deal per l’Italia”, promosso da Fondazione Sviluppo Sostenibile. Lo scopo del documento? Sollecitare misure, a livello nazionale ed europeo, che rendano le società, i sistemi sanitari e l’economia più resilienti nei confronti delle pandemie. E che, in parallelo, permettano di “affrontare la grande crisi climatica alimentata da un modello di economia lineare ad elevato consumo di energia fossile e spreco di risorse”.
Si va, insomma, verso un’economia avanzata, decarbonizzata e circolare. Dove vengano valorizzate le buone pratiche in cui l’Italia già eccelle come il riciclo dei rifiuti, l’efficienza energetica, l’uso delle fonti rinnovabili e l’agricoltura sostenibile. Gli Accordi di Parigi del 2015, in questo, erano stati chiari: l’aumento di temperatura media del pianeta non deve essere superiore ai 2° C rispetto ai livelli preindustriali, pena una catastrofe ambientale. Enel, da questo punto di vista, si è già impegnata a ridurre del 70% le emissioni di gas a effetto serra, responsabili del surriscaldamento climatico, entro il 2030. Le stesse emissioni che, entro il 2050, la comunità internazionale dovrà completamente azzerare, come ribadito nel Manifesto d’Assisi, promosso da Symbola e sottoscritto anche da Starace. Un insieme di linee di indirizzo, queste, per affrontare la sfida della crisi climatica, con l’obiettivo di creare un’economia che sia davvero a misura d’uomo.