Dall’alimentazione all’arte, le scelte che danno respiro al pianeta

La missione di Lisa Casali è quella di ridurre l’impatto ambientale a partire dai piccoli gesti quotidiani in casa. Federico Clapis racconta il ruolo sociale delle sue opere

Sostenibilità è quella condizione che assicura i bisogni del presente senza compromettere le possibilità delle generazioni future. Difendere il respiro del Pianeta è dunque quella forma di altruismo proiettato in avanti che sempre più spesso dà forma alla nostra quotidianità, alle nostre scelte, dalla vita domestica a quella lavorativa, da quella sportiva a quella artistica. È quello che ci raccontano Lisa Casali, scienziata ambientale, blogger e scrittrice, esperta di alimentazione, e Federico Clapis, artista contemporaneo, entrambi ambassador di Geox.

Sperimentare un modo diverso di cucinare e scegliere il cibo

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Lisa Casali

La loro attività tocca territori distanti, attraversati però dalla consapevolezza di poter svolgere un ruolo sociale. Per Lisa Casali, la missione è quella di ridurre il nostro impatto ambientale anche attraverso le scelte che facciamo ogni giorno, tra le mura domestiche, in tema di alimentazione. Lei ne è certa: le nostre decisioni, i nostri gesti usuali incidono in modo sostanziale sul nostro ecosistema, come racconta un recente articolo sulla rivista scientifica Nature, basato sull’aggregazione di circa 7.000 studi a livello globale che analizzano la nostra carbon footprint: due terzi delle emissioni di CO2 sarebbero legate a consumi domestici e abitudini dei singoli. L’impatto di ogni singolo individuo, quindi, è minimo, ma la somma complessiva dei nostri comportamenti, invece, diventa un peso per il Pianeta. «Tra i comportamenti più virtuosi – dice Lisa – ci sono quelli che riguardano il cibo. E, ora che passiamo molto tempo a casa, abbiamo un’ottima occasione per sperimentare un modo diverso di cucinare e scegliere gli alimenti. La scusa “non ho tempo” non esiste più». Il consiglio dunque è quello di provare tanti tipi diversi di vegetali, usare tutte le loro parti, come Lisa consiglia nel suo lavoro in uscita a settembre, Il grande libro delle bucce. Riciclare con gusto per una cucina più buona e green. Inoltre, «limitare prodotti animali aiuta l’ambiente perché questi hanno una impronta ecologica maggiore rispetto ai vegetali, a partire dal consumo di acqua per la produzione di carne rossa».


L’arte è l’unica cosa che dovrebbe restare il più possibile

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Federico Clapis

Nella nostra quotidianità ci sono scelte che hanno sicuramente importanza rilevante, ci spiega Lisa: come dotare le abitazioni di pannelli fotovoltaici e scegliere, in generale, fonti di energia rinnovabili. Per quanto riguarda mobili, abbigliamento e prodotti per l’igiene personale e della casa il consiglio è comperare soltanto quello che davvero serve, privilegiando seconda mano e articoli naturali o con certificazioni ecologiche. Un esempio? L’utilizzo dell’aceto per la pulizia delle superfici della cucina.


Il lockdown coincide con un miglioramento di tutte le condizioni del Pianeta

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Federico Clapis

Sensibilizzare: si è fatto tanto per quanto riguarda la sostenibilità negli ultimi anni in questo senso. Certo, tanto ancora si deve fare. Quando un argomento «diviene trend, non sai più se c’è bisogno di te per creare una coscienza comune al riguardo», ci dice Federico Clapis, parlando del ruolo sociale dell’arte e degli artisti. Il plastic free è un trend. E lo era già quando Federico ha messo a punto la sua opera, Pesce Tanica: una scultura in vetroresina con le sembianze di un incrocio – appunto – tra una tanica e un pesce, “liberata” nel mar Mediterraneo, con un Gps integrato. Dopo 15 giorni di navigazione, la scultura è stata ripescata. L’itinerario dell’oggetto ha raccontato il viaggio della plastica nei mari. Era proprio questo viaggio dell’inquinamento che Clapis voleva mostrare, visualizzare: perché «l’arte tocca l’emotivo», a volte anche in maniera cruda.
La sostenibilità è anche nell’arte e nel suo ruolo sociale. Anche per questo Federico spiega come nella sua opera cerchi di usare il più possibile materiali poco inquinanti. L’arte però, dice, «è l’unico oggetto che dovrebbe restare il più possibile. Non produci infatti un milione di opere. Talvolta è un piccolo sacrificio, un piccolo patto con il male: c’è qualcosa che rimane». Adesso, l’artista sta realizzando opere in seta, «una seta completamente bio, molto bella». Gli piacerebbe lavorare con gli alberi, «alberi veri», mentre ha già iniziato a farlo con i muschi stabilizzati. Alberi e muschi, prima della diffusione del coronavirus e l’interruzione di una serie di suoi lavori, erano parte di un’idea legata a una serie sulla sostenibilità. «Questa quarantena mi ha completamente focalizzato sulle mie sensazioni – spiega Clapis – in un momento in cui assistiamo a un miglioramento di tutte le condizioni del Pianeta».
Proprio l’isolamento forzato delle scorse settimane ha portato, dati alla mano, a un calo delle emissioni di CO2 e a un miglioramento dell’aria nelle nostre città. Questo dimostra come le attività umane stiano mettendo sempre più a rischio gli equilibri ambientali e il respiro stesso del Pianeta, il cui benessere dovrebbe invece essere chiara priorità per tutti. Dalla cucina all’arte, come raccontano Casali e Clapis, non sono dunque soltanto l’innovazione e la ricerca a salvaguardare l’ambiente e il futuro: sono anche i piccoli gesti della nostra quotidianità a fare la differenza.